Truffaut, una vita da regista

Dici Truffaut e ti si spalanca un mondo intimo. Perché François Truffaut non è stato solo un regista, ma un autore capace di scandagliare nei sentimenti, di raccontare con garbo ed eleganza storie di amori e passioni intense. In occasione della mostra alla Cinémathèque Française di Parigi (fino al 25 Gennaio), abbiamo deciso di raccontare con le immagini, le sue, ciò che per noi è stato Truffaut.

Ecco una selezione – in ordine assolutamente casuale – di alcune scene tratte dai suoi film.

La scena del sogno in Effetto Notte, 1973. Una vocazione, quella per il cinema, decisamente precoce.

La scena finale di I 400 colpi, 1959. Il film che inaugura la serie sul personaggio Antoine Doinel, interpretato da Jean-Pierre Léaud, alter-ego di Truffaut.

La scena del parcheggio in La signora della porta accanto, 1980. Passione logorante che tutto annichilisce: storia totale con due Fanny Ardant e Gerard Depardieu sublimi.

Scena della corsa in Jules e Jim, 1962. Più che un film, il simbolo di una rivoluzione sessuale e dei costumi, quella degli anni ’60, in nuce.  Una storia di un amore impossibile, a tre.

La confessione di Muriel in Le due inglesi, 1971. Riguardo questo film Truffaut aveva detto che intendeva “spremere l’amore come un limone”. In effetti la fine è ben amara.

Scena finale di Baci rubati, 1968. Perché il quesito amletico, in materia d’amore, è il seguente: essere definitivi o provvisori?