Twitter e i suoi fratelli: il giornalismo passa di qui.

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E’ corto, è veloce, è immediato. E sfida le agenzie stampe.

Parliamo ovviamente di Twitter, il social network di micro-blogging che è diventato lo strumento preferito di redazioni giornalistiche, editor e addetti alla produzione di aggiornamenti e notizie. Sempre più attento ai trend e più vicino alle necessità di figure professionali come social media manager di programmi tv, Twitter ha annunciato la nascita di Curator, un motore di ricerca “coi muscoli” per analizzare in real-time gli hashtag incrociandoli con il luogo di provenienza, il sentiment o, ancora meglio, i video di Vine relativi all’hashtag e prodotti istantaneamente. Si può solo immaginare come questo strumento possa tornare utile all’industria dei media come reti televisive, grandi eventi (SuperBowl su tutti) o ancora happening politici o di rilevanza socio-culturale che vogliono canalizzare con maggiore precisione le conversazioni e i topic.

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E sempre su quest’onda (sempre Twitter!) è stata lanciata l’app Periscope, che permette di trasmettere in diretta streaming un video ripreso con il proprio smartphone. L’app ha già ricevuto un saggio da parte della prestigiosa scuola di giornalismo Poynter che vale quasi come un endorsement. Il suo utilizzo? Giornalisti di testate importanti in primis che vogliono documentare alcuni dietro le quinte di servizi o raccontare in prima persona un evento. L’app ha sicuramente enormi potenzialità: basti pensare alla regia simultanea (casalinga, certamente, e per questo orizzontale e democratica) di un evento come un concerto.